“Uno spazio libero e protetto” (D. Kalff)
Sandplay Therapy
Il metodo del Gioco della Sabbia è una terapia non verbale sviluppata da Dora Kalff a Zurigo. Verso la metà degli anni ‘50 dello scorso secolo, D. Kalff fu invitata da Carl Gustav Jung a formarsi a Londra con Margaret Lowenfeld, un’analista infantile che aveva ideato la Tecnica del Mondo per il trattamento dei disturbi psicologici nell’età evolutiva. Attraverso questo strumento, ogni bambino poteva essere facilitato a mettere in scena il suo mondo emotivo e affettivo, i suoi pensieri, i ricordi; contenuti che, ad esempio, lo spaventavano o viceversa potevano renderlo tranquillo; e spesso ciò che non riusciva a esprimere a parole.
Dora Kalff sperimentò la “Tecnica del Mondo”, riformulandola in chiave personale secondo l’approccio della psicologia analitica e coniugandola con la sapienza delle tradizioni meditative orientali. Chiamò questo metodo Sandplay Therapy o “Gioco della sabbia”, dando così origine ad un approccio terapeutico che estese successivamente anche alla terapia con gli adulti.
Nel setting analitico può essere proposto il Gioco con la sabbia.
Sono disponibili due sabbiere, che sono due contenitori con fondo blu, e molti oggetti in miniatura per creare mondi e scene di vita attraverso:
elementi naturali appartenenti ai regni minerale, vegetale e animale (pietre, conchiglie, alberi, cespugli, fiori, pesci, anfibi, insetti, rettili, animali selvatici e domestici).
personaggi umani e a creature fantastiche appartenenti alle fiabe, alle diverse tradizioni mitologiche e al folklore.
oggetti e manufatti che rappresentano in modo simbolico strumenti e conoscenza degli esseri umani (case, templi e chiese, mezzi di trasporto, ponti, attrezzi da lavoro, etc.).
Il Gioco della sabbia è un’esperienza di contatto con la materia che coinvolge il corpo, tramite le mani che giocano e toccano la sabbia. Sfiorata, accarezzata, mossa o bagnata con l’acqua, la sabbia può essere modellata e assumere infinite forme. Evoca le dimensioni sensoriali, emotive ed affettive della relazione primaria con la madre e i livelli preverbali delle nostre esperienze relazionali precoci.
La Sandplay therapy promuove una condizione di introspezione, di concentrazione rilassata e crea un ponte verso la rappresentazione delle immagini interne. Le figure e gli oggetti posizionati nello spazio delimitato dalla sabbiera rivelano un’immagine che esprime sia aspetti e contenuti della nostra esperienza del mondo interno e delle relazioni, sia il livello di sviluppo della psiche. Paziente e terapeuta possono così osservare lo sviluppo spontaneo di un processo creativo che attiva la facoltà di autoregolazione della psiche. La tendenza all’autoguarigione è favorita dal gioco per la sua capacità di collegare aspetti consci ed inconsci della personalità (Martin Kalff, 2018).
Il Gioco con la sabbia può rendere esplicite sensazioni inespresse collegate ad aspetti traumatici, dolorosi o difficili da verbalizzare. Permette inoltre di trattare i disturbi psicosomatici che hanno la possibilità di essere curati mediante un processo simbolico.